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Controllo di gestione nei piccoli gruppi aziendali

Quali strumenti di gestione si possono consigliare ad un imprenditore in presenza di due o più aziende da tenere sotto controllo?

Il controllo di gestione costituisce uno dei più importanti ed utili processi in azienda. Con esso l’imprenditore avrà possibilità di conoscere tutte le sfaccettature della gestione, ovviamente tenendo conto della sua sensibilità e del grado di proporzionalità che vorrà adottare, temi già enunciati in precedenti articoli  (per tutti:  https://toscanaeconomy.it/controllo-della-gestione-approccio-e-metodo/). Una delle caratteristiche che dovrebbe appalesare è la sua  capacità di adattamento alle sopravvenute esigenze che, in un’azienda dinamica, non dovrebbe costituire eccezione ma regola.

I sistemi, più o meni complessi, nella loro impostazione modulare prevedono il raccordo con la contabilità industriale, la contabilità generale e gli altri processi di natura amministrativa.

L’incremento del numero di prodotti o servizi commercializzati, dei rami d’impresa ed altre evoluzioni aziendali non dovrebbero far vibrare la funzionalità del controllo di gestione qualora, in sede di analisi, siano state previste queste possibilità.

Fino a qui tutto bene. Ma cosa si può fare se le necessità aziendali aprono alla distribuzione del business su due o più entità giuridiche facenti capo allo stesso imprenditore?

Il fenomeno è tutt’altro che infrequente: si parte da un’unica azienda, magari una ditta individuale, per poi dare luogo ad un piccolo network di aziende con compiti e finalità ben precise.

La necessità di aprire un’ulteriore impresa può discendere da varie motivazioni che, in ultima analisi, si possono aggregare in due macro – clusters: organizzativo e commerciale.

Sul fronte organizzativo potrebbe essere opportuno avere a disposizione una società immobiliare in presenza di una crescita importante del business e conseguente acquisto dell’immobile adibito ad opificio.

La società immobiliare avrebbe il compito di gestire l’immobile, acquistandolo e tenendolo in perfetta idoneità a svolgere il proprio ruolo. Di norma si utilizzano i mezzi propri combinati con mezzi di terzi. I costi sono costituiti dagli oneri del finanziamento, le manutenzioni e altri oneri amministrativi. I ricavi dalla locazione che pagherà l’azienda numero 2. Quest’ultima continuerà a sviluppare il suo core business, mantenendosi leggera con focalizzazione sul mercato di riferimento.

Sul fronte commerciale l’imprenditore potrebbe pensare di intraprendere un percorso complementare fin qui svolto e, magari, con un’azienda appositamente dedicata per evitare commistioni.

In ogni caso si addiviene alla medesima conclusione:

  • Si hanno due o più entità giuridiche in capo ad un imprenditore;
  • Si rende opportuna la necessità di impiantare un controllo di gestione per l’una, l’altra azienda e, in ultima analisi, sulla somma delle due per avere una visione d’insieme.

Come fare? Semplice: si raddoppia il processo di controllo di gestione. Questo potrebbe risolvere una parte del problema. Non si risolverebbe la necessità dell’imprenditore di osservare le due aziende come un unicum.

In questo caso, come in molti altri, la possibilità “artigianale” di impiantare un sistema di controllo di gestione ad hoc può venire incontro. Possono essere sviluppati dei sistemi “cloni” con possibilità di gestire a monte le singole aziende separatamente ed integrarsi a valle con la produzione di una reportistica ad hoc.

In sintesi, tenendo conto della presenza di due aziende:

  • Sviluppo del controllo di gestione dell’azienda A con produzione di reportistica ad hoc;
  • Sviluppo del controllo di gestione dell’azienda B con medesima produzione reportistica;
  • Possibilità di analisi separate con integrazione di informazioni che possono determinare per ciascuna società una situazione di competenza, previsionale, virtuale o altro;
  • Integrazione automatica delle informazioni dell’azienda A e B generando una terza società che chiameremo, per comodità A+B;
  • Possibilità di aggiungere informazioni ed elementi alla situazione integrata di A+B;
  • Possibilità di elidere i rapporti infragruppo che sono insistiti tra A e B (nella loro integrazione non avrebbero significato e potrebbero falsare il possibile confronto con altri Competitors).

In questo modo, per ciascun periodo infrannuale individuato (mensile, trimestrale), si avrebbero tre reportistiche, A, B, A+B. la soluzione proposta potrebbe rappresentare il classico uovo di Colombo ma, facendo tesoro delle esperienze professionali vissute presso le aziende, assicuro che la tematica e più viva e pulsante che mai. L’attivazione di un simile servizio mette l’imprenditore nelle condizioni di poter seguire al meglio le sue aziende e non avere remore nell’auspicata situazione in cui il suo business lo stimoli ad aprirne di nuove.

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Umberto Alunni

Giornalista, consulente aziendale, motivatore, scrittore

CONTROLLO DI GESTIONE NEI PICCOLI GRUPPI AZIENDALI